Giants Marghera Vs RV Basket

Ancora sconfitti sulla sirena

Marghera pesca il jolly sulla sirena finale, quando il referto rosa sembrava avesse già preso la strada di Padova. Ma una cosa va detta: fino al minuto 39’58” RV non aveva fatto un gran che per vincere la partita. Il primo canestro dell’incontro è nostro, ma poi abbiamo sempre inseguito i padroni di casa, capaci di piccoli parziali che con non poca fatica abbiamo dovuto provare a ricucire. Primo quarto: da 11-5 a 15-15, poi 18-15 al primo intervallo; secondo quarto, impattiamo a 25 per poi prendere un break di 10-2 (35-27). Piccolo recupero per il 37-32 di metà gara, ma si soffre troppo. L’impressione è che la squadra sia già in vacanza, si vedono più di una volta palle perse dalle rimesse dal fondo e poca voglia di giocare assieme. Nel terzo periodo lo spartito è sempre lo stesso: arriviamo a -1 (37-36) e poi molliamo; il punteggio rimane fermo per un po’ sul 43-37, prima dell’ennesimo rientro (44-42). 47-44 alla terza sirena, e si riparte: ancora vicini all’inizio del quarto tempo (47-46), poi un 8-0 di Marghera per il massimo vantaggio dell’incontro (55-46). Entrambe le squadre a zona, ma i padroni di casa attaccano meglio, trovando con pazienza tiri in equilibrio, mentre noi non usciamo dalla confusione che ci ha accompagnato per tutto l’incontro. Tuttavia riusciamo ancora a rientrare (55-53), complice anche un po’ di “braccino” dei nostri avversari; ma l’aggancio ancora non arriva, siamo sotto di tre a 48” dalla fine (60-57). Recuperiamo palla in difesa, e andiamo in attacco fiduciosi: tanto fiduciosi che andiamo per la tripla, e la mettiamo anche dentro! 60-60, ma la palla dell’ultimo attacco è di Marghera. Gran pressione in difesa, un piede pesta la linea di fondo: palla recuperata, possiamo andare in attacco per vincere la partita. La palla gira bene fino al tiratore, fallo sul tiro, ferro (peccato!). Andiamo in lunetta con il cronometro fermo a 2”14: facile la strategia, dentro il primo (60-61, primo vantaggio ospite dopo lo 0-2 iniziale), poi basta sbagliare il secondo, il tempo correrà e gli avversari non riusciranno ad organizzare un tiro; parte la palla, tabella e ferro, perfetto, sulle gradinate già si gioisce ma arriva il fischio dei grigi: c’è stata invasione del tiratore, un piede oltre la linea prima che la palla toccasse il ferro. La moviola “home-made” poi confermerà la bontà della decisione, inutile recriminare, anche se si tratta di un fischio quantomeno inconsueto. Gioco fermo dunque, pronto timeout chiamato dai padroni di casa, e i 2”14 partono con la loro rimessa da metà campo. Ancora delusi e incazzati, non pensiamo nemmeno che abbiamo un fallo da spendere (subito dopo la rimessa). Qui Marghera ci mette del coraggio, e fa molto bene la cosa più semplice: riceve la rimessa, un palleggio in avvicinamento a canestro e tiro da otto metri in buon equilibrio. Il tutto senza molto disturbo avversario (non vogliamo certo fare fallo sul tiro!). Coraggio premiato, la palla entra toccando solo il nylon della retina e facendo esplodere di gioia la squadra e il pubblico di casa. Tanta amarezza per noi, che avevamo già accarezzato una vittoria acciuffata per i capelli. Sarebbe stata bella, ma anche poco meritata. Ora cala il sipario, va in archivio davvero molto presto un campionato strano e bizzarro che ci ha visto attori piuttosto anonimi, con pochi lampi di luce in tanta penombra.