I Frogs Roncaglia Vs Basket Abano Montegrotto

Trasferta amara per i Frogs

Sfortunato l’esordio stagionale, martedì sera alla Duster Arena, per la nuova franchigia Under 20 che mescola rane e canguri. The forgotten ones Silver Team, alla prima fatica di campionato, si arrende ai colleghi del BAM dopo un overtime, alla fine di una partita che definire bizzarra e sgangherata è ancora dire poco. Dopo essere stati sempre sotto nel punteggio, subendo fin troppo il maggiore tonnellaggio delle forze avversarie e senza trovare una chiave buona per aprire il lucchetto che coach Brigo ha messo ai Frogs con un pressing feroce a tutto campo per tutta la durata dell’incontro; dopo avere visto un po’ di equilibrio solo nel primo parziale, avere faticato oltremodo nel secondo per non affondare, con la sensazione che bastasse una minima dose di sagacia tattica e disciplina in campo per riprendere le redini dell’incontro; dopo avere invece sbragato nel terzo quarto fino al -10 (32-42 al trentesimo minuto), ecco che una timida zona ordinata da coach Federico, il cuore che finalmente batte un poco di più, e l’ispirazione di un Bressaglia maledettamente concreto nei recuperi e nelle conclusioni, soprattutto dalla lunetta (6 su 6 per lui dopo l’agghiacciante 7 su 18 della squadra fino ad allora) sortiscono l’esito, ormai quasi insperato, della rimonta, che ci porta vicini ad impattare o anche vincere la gara almeno un paio di volte nell’ultimo minuto di gioco. Vicini, giacché la convulsione delle fasi finali dell’incontro ci porta a subire quello che pare il colpo del KO (51-54) ad un solo secondo dalla fine. Diligente timeout di Veronese/Zanella, che disegnano lo schema per l’ultimo, disperato tiro da tre. Ma stasera l’unico schema valido è la follia, e la rimessa, al limite dei 5 secondi e con la massima pressione addosso, arriva nelle mani di Brugnolo, che scaraventa da una decina di metri un tiro di un’ignoranza assoluta, completamente fuori equilibrio e con la sua mano sbagliata, ma con l’esito inappellabile di un canestro che manda le squadre all’overtime. I primi quattro minuti supplementari vedono assoluto equilibrio, si sbaglia molto per la paura di sbagliare; abbiamo un misero punticino di vantaggio, poi ecco per noi la palla buona che può decidere l’incontro: recuperiamo un pallone in difesa e l’apertura a lunga gittata trova Grigio incustodito nei pressi del canestro avversario: un palleggio e l’arresto per appoggiare il pallone alla tabella proprio mentre arriva a cento all’ora il difensore più vicino nell’estremo tentativo di contrastare il tiro. Due corpi in contatto, la palla entra e arriva il fischio dell’arbitro: 2 + 1 per il mondo intero, ma per il grigio di stanza a Polverara è fallo in attacco! Poi la partita è persa, e sia chiaro che BAM, per quanto visto ieri sera, è stata la squadra che più ha meritato il foglio rosa. Peccato però, e certo che la Duster Arena porta già un po’ pegola… Fulminato anche il tabellone elettronico all’inizio del quarto periodo, si è finita la partita in un clima irreale, con le panchine che chiedevano al tavolo ed informavano le tribune su tempo e punteggio. Che dire? “Work in progress”, o forse meglio “Progress in work”, cioè a dire che il progresso è nel lavoro. A voler fare filosofia, chi è cresciuto con il basket di 40 anni fa oggi vede un altro sport, che riconosce appena, fatto di sterile atletismo e tanti centimetri con poco cervello. E proprio per la velocità del gioco e la quantità di spinte e contatti sotto canestro, un solo arbitro non può che sbagliare molto. Meditate, FIP, meditate… Fine delle trasmissioni