Tornare leggeri

Qualcuno ha scritto che il bello della pallacanestro è che ti costringe a guardare e a muoverti verso l’alto, e che per farlo serve ‘essere leggeri’. Sono d’accordo.
Ecco, è proprio questa leggerezza che mi è tanto mancata, in questi mesi di emergenza, di pandemia, di lockdown, di mascherine, guanti e distanze, di divieti e restrizioni, in questi mesi senza sport. Senza basket.
Mi manchi, basket. Mi manca la tua leggerezza, ma mi mancano di te tante altre cose: l’attesa un po’ nervosa prima delle partite dei ragazzi, la preparazione del referto, il rumore sordo dei palloni e lo stridere acuto delle scarpe sul parquet, i fischi degli arbitri ed il brusio che proviene dagli spalti; mi mancano le grida dalla panchina e la felicità letta negli occhi di chi, anche avversario, ha appena battuto il suo uomo e infilato la palla a canestro; mi mancano le statistiche da aggiornare, i commenti a caldo dopo ogni gara e quelli da scrivere con più calma, a casa la sera o in ufficio a pausa pranzo; mi manca incontrare in giro per palestre qualche vecchio amico che, come me, ancora ti segue e non è mai stanco della tua compagnia; mi manca perfino quell’inconfondibile afrore, aspro e anche un po’ sgradevole, che entra nel naso anche solo avvicinandosi agli spogliatoi.
Mi manchi parecchio, caro basket. Spero davvero di ritrovarti presto, e che anche grazie a te possiamo tornare presto, tutti, ad essere più leggeri.